Menu principale:
Storia
Una foto nel cassetto
Per anni, guardando le fotografie della mia infanzia, un'immagine, in particolare, è rimasta sempre impressa nei miei occhi: quella scattata nella cappella del Liceo italiano di Madrid mentre monsignor Ildebrando Antoniutti mi somministra il sacramento della Confermazione.
Era la primavera dell'anno 1955.
Nel corso delle ricerche per la redazione di questa nostra storia ho scoperto un altro sorprendente significato per questa immagine: per la prima volta, quel giorno, la mia vita ha incrociato, inconsapevolmente, il cammino dei Cursillos di Cristianità e questa foto lo documenta.
Era dunque il 1955 ed a Mallorca erano successe tante cose… I Cursillos vivevano il momento della loro massima diffusione e nell'isola la presenza di questo nuovo gruppo di laici impegnati, con uno stile così diverso ed innovatore, aveva avuto un forte impatto con le strutture cattoliche tradizionali. Erano nati attriti ed incomprensioni con gli elementi più tradizionalisti, ma la chiara presa di posizione del vescovo, Juan Hervàs, a favore del Movimento tacitava anche gli avversari più accaniti.
Insomma lo Spirito aveva posto a fianco di Eduardo Bonnin e i suoi amici un "angelo custode" che con la sua presenza e protezione aveva reso possibile lo sviluppo dei Cursillos. Un contesto idilliaco… ma la realtà spesso supera l'immaginazione e, come in un romanzo o in un film d'azione, questa situazione sarebbe stata di lì a poco travolta dagli eventi e la presenza del nostro Vescovo a Mallorca si sarebbe conclusa amaramente.
Il seminario dell'isola era retto da don Bartolomè Torres, un sacerdote conservatore e con forti agganci politici a Madrid; il fratello era personaggio di spicco dell'Opus Dei ed amico personale del Generale Franco.
Nel corso delle sue lezioni in seminario, don Bartolomè contestava le aperture del Papa dicendo che stava diventando pazzo. I suoi atteggiamenti critici ed alcuni lati oscuri legati alla gestione del seminario costrinsero monsignor Hervàs a destituirlo dalla carica. La reazione fu immediata: missive con calunnie di ogni genere e sollecitazioni pressanti giunsero a Madrid, tramite il fratello di don Bartolomè. In particolare si sottolineavano presunti errori teologici e metodologici dei Cursillos.
E le conseguenze non tardarono. Come un fulmine a ciel sereno arrivò la convocazione di monsignor Hervàs da parte del Nunzio Apostolico, monsignor Ildebrando Antoniutti; di quel colloquio abbiamo pochi elementi, ma estremamente significativi.
Sappiamo che il Nunzio contestò a Hervàs i vari punti che erano stati segnalati nelle lettere accusatorie e che il vescovo rispose punto per punto ritornando nell'isola convinto che ogni dubbio fosse stato chiarito.
Dopo qualche giorno, invece, arrivò una telefonata di monsignor Antoniutti che comunicò ad Hervàs l'immediato trasferimento dalla diocesi di Mallorca alla diocesi di Ciudad Real, aggiungendo: "È per la storia dei Cursillos".
Monsignor Hervàs diede una risposta immediata e coraggiosa: "Obbedisco e mi trasferisco immediatamente, ma sappia che, dovunque io sarò, là vi saranno anche i Cursillos di Cristianità". Una frase che, da sola, rende chiaro quanto sia alto il debito di riconoscenza di ognuno di noi verso questo grande uomo di Chiesa.
Così, in quell'anno 1955, il vescovo, che tanto aveva contribuito alla diffusione del Movimento, lasciò la sua amata diocesi portando con sé don Francisco Suarez, un sacerdote che era stato un pilastro dei Cursillos e che avrebbe brillantemente collaborato a diffonderli nella nuova diocesi.
Possiamo solo immaginare i pensieri del vescovo che, dalla nave, vedeva allontanarsi l'isola che così profondamente aveva permeato della sua presenza. Scelse poi di ritornare a Mallorca per trascorrervi gli ultimi quattro anni della sua vita affrontando con spirito cristiano le sofferenze di una dolorosa malattia che lo avrebbe portato alla morte nel 1982.
Iniziò così la lunga "notte oscura" dei Cursillos a Mallorca che, secondo gli imperscrutabili disegni di Dio, ha portato amarezze e sofferenze a tutti coloro che avevano amato il Movimento ma, nel contempo, ne ha facilitato la diffusione in tutto il mondo.
Osservo la vecchia fotografia e penso che il porporato che, benedicente, si appresta a cresimarmi avrebbe, di lì a pochi giorni, incontrato monsignor Hervàs, per poi allontanarlo definitivamente da Mallorca... Ed io, dopo 48 anni, sto qui con voi ad indagare sulle origini del Movimento.
La notte oscura
Nuovo vescovo di Mallorca fu nominato monsignor Jesus Enciso Viana, un uomo autoritario e conservatore, di grande cultura, che aveva a lungo soggiornato a Roma.
Emblematico fu il suo primo intervento pubblico, nella cattedrale, di cui riportiamo questo passaggio: "Vorrei che vedeste in me il pastore che vuole sempre il bene per il proprio gregge… Anche quando dovrà essere severo siate certi che nel suo cuore esiste nei vostri confronti soltanto una paterna sollecitudine per il vostro bene".
Con il suo arrivo la situazione dei Cursillos cambiò radicalmente; per un anno i corsi continuarono regolarmente, ma all'orizzonte incominciarono ad apparire nuvole minacciose e la tempesta non tardò a scatenarsi.
Quando un vescovo si insedia in una diocesi riceve molte visite, alcuni vogliono ingraziarselo, altri formulano critiche sulle cose che non vanno bene, altri sentono il dovere di fornire informazioni di ogni genere.
Al centro delle critiche di molti volenterosi "fratelli maggiori" vi erano i Cursillos di Cristianità, e il vescovo appariva molto attento al problema…
La maggior parte delle critiche proveniva da persone che solo indirettamente avevano avuto rapporti con il Movimento; erano soprattutto elementi di mentalità borghese chiusa a qualsiasi forma di novità. Indubbiamente i Cursillos hanno sempre trovato oppositori per il loro evidenziare la mancanza di coerenza ed autenticità della maggior parte dei cristiani; nell'isola vi erano giudizi di vario genere, alcuni erano entusiasti, altri denigravano…
Di fronte a tali giudizi contrastanti il monsignor Enciso, la cui buona fede resta fuori discussione, decise di effettuare una indagine; nei primi mesi del 1956 iniziò una lunga serie di colloqui riservati, partendo dai sacerdoti.
Nulla si sa sui risultati di tale inchiesta, resta il fatto che il 15 agosto 1956, circa un anno dopo il suo arrivo, il prelato pubblicò una Lettera pastorale sui Cursillos di Cristianità, un documento che sconvolse letteralmente gli ambienti ecclesiali isolani portando il gruppo fondatore ad una crisi profonda che rischiò di chiudere definitivamente l'esperienza dei Cursillos.
Il testo della lettera pastorale fu pubblicato, senza commenti, sulla rivista Diario de Mallorca. I nemici dei Cursillos approfittarono subito delle parole del vescovo per umiliare i cursillisti, molti dei quali, poco fermi nelle loro convinzioni, abbandonarono il Movimento.
Nella Lettera furono evidenziati alcuni dei frutti positivi dei Cursillos: l'aiuto dato a tanti giovani molti dei quali furono salvati dalla rovina materiale e spirituale; l'entusiasmo ed il coraggio dei corsisti nell'annunciare la loro fede; l'impegno sociale…
Nel contempo furono anche indicati gli aspetti considerati negati: l'aver creato divisioni negli ambienti diocesani (!); il mancato collegamento con la parrocchia; l'aver messo in crisi il gruppo giovanile dell'Azione Cattolica; l'assenza di tematiche escatologiche nei rollos; il vocabolario cursillista e l'eccessiva confidenza con il Santissimo. Non piaceva il De Colores e consigliava altro inno, l'Ultreya avrebbe dovuto essere formativa e… parrocchiale! Pertanto, concludeva, il vescovo ordinava l'immediata sospensione di ogni attività dei Cursillos di Cristianità nella diocesi di Mallorca.
Neanche i più accesi oppositori avevano immaginato ad una azione così dura… Iniziò subito una diaspora di laici e, soprattutto, sacerdoti che abbandonarono il Movimento isolando così il gruppo dei fondatori e responsabili. Un vescovo, nell'apprendere i fatti, commentò: "Ricordiamo Gamaliele: se i Cursillos sono opera di Dio, neanche 'il santo Enciso' potrà distruggerli; se non lo sono, voglia Iddio che finiscano al più presto!".
Don Juan Capò, dopo aver tentato per oltre un anno un dialogo, che si rivelò impossibile, si chiuse nel silenzio più totale e successivamente si trasferì a Cordoba, con la benedizione di monsignor Enciso.
Il Segretariato dei Cursillos incontrò il vescovo dichiarando obbedienza a quanto disposto nella lettera pastorale, anche se dissentivano dai contenuti. Esiste un epistolario intercorso tra Eduardo Bonnin ed il vescovo, in queste lettere alle sollecitazioni di Eduardo seguono risposte sempre più dure e perentorie… Insomma il dialogo con il laico Eduardo era impossibile, così come era stato impossibile il dialogo con il sacerdote don Juan Capò.
Ma, ancora una volta, monsignor Hervàs si dimostro l'angelo dei Cursillos: il 3 settembre dell'anno 1957 pubblicò una Lettera pastorale I Cursillos di cristianità, strumento di rinnovamento cristiano. Il documento apparve subito autorevole ed opportuno, esso illuminò le menti e i cuori di tanti fedeli e mise a disposizione del gruppo dirigente strumenti idonei a difendere il Movimento.
Alcuni anni dopo, nel 1964, Eduardo scrisse a monignor Hervàs: "Ho sempre ritenuto la Lettera pastorale di monsignor Enciso un segno della Provvidenza, e non ho alcun dubbio nell'affermare che senza di essa la storia del Movimento sarebbe stata molto diversa… Benedico mille volte quella Lettera perché sono convinto che se non fosse stata pubblicata Lei non avrebbe scritto la sua Lettera che sarà sempre la Magna Carta dei Cursillos di Cristianità".
In quel periodo di crisi il gruppo di amici che attorniava Eduardo evidenziò il valore terapeutico della vera amicizia; senza l'amicizia la vita del gruppo sarebbe stata come un arido deserto, senza fiori e senza frutti.
La "notte oscura", attraversata dai Cursillos, si rivelò provvidenziale perché determinò lo spostamento del loro centro di gravità da Mallorca a Ciudad Real e da lì a gran parte del mondo cattolico.
Ildebrando Antoniutti
Ildebrando Antoniutti, vescovo titolare di Frascati, arcivescovo titolare di Sinnada di Frigia, cardinale (Nimis 1898 - Bologna 1974). Laureato in teologia a Roma nel 1920. Fu delegato apostolico in Albania e in Canadà, nunzio a Madrid dal 1953. Nel 1962 fu creato cardinale da Giovanni XXIII. In seguito fu prefetto della congregazione dei religiosi.