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Capitolo 3

Storia

La villetta di Cala Figuera

Il Cursillo di Cala Figuera

Era domenica 20 agosto dell'anno 1944, un gruppo di quattordici giovani raggiunge una villa a Cala Figuera (Mallorca); ad aspettarli c'erano Eduardo Bonnin ed i suoi amici Jaime Riutort e Josè Ferragut, con loro un sacerdote, don Juan Julià.
Incomincia così il primo Cursillo della storia, rivolto ai "lontani", con una struttura dei rollos radicalmente diversa dalla impostazione di quelli precedenti, adattati alla mentalità dei non credenti, ed avente come elemento centrale quello "Studio dell'ambiente" elaborato da Eduardo ed i suoi amici; mancano il primo e l'ultimo dei rollos che noi conosciamo e che furono inseriti negli anni '50. Venne inoltre introdotta la celebrazione della Via Crucis come elemento essenziale dell'inizio del corso. Questa nuova esperienza mirava a conquistare il Cuore dei lontani, ad illuminare la loro Ragione e ad orientare la loro Volontà.
Uno di quei ragazzi diventò sacerdote, un altro dirigente importante del Movimento ed in tutti quell'esperienza portò quei frutti di grazia cui siamo tutt'oggi testimoni. Guardo oggi con emozione la foto scattata in quella occasione… sono tutti giovanissimi, uno di loro addirittura indossa pantaloni corti, mentre il giovane Eduardo Bonnin indossa una giacca scura. Sembra una foto qualsiasi, tirata fuori dal cassetto dei ricordi, ma documenta l'inizio di una storia e di una catena d'amore che un giorno ha raggiunto ognuno di noi.
La mente ritorna all'Ultreya Mondiale del 2000, rivedo il caro Eduardo che, con passo vacillante e grande trepidazione, si inginocchia davanti al Santo Padre… ed il ricordo di quell'Ultreya! pronunciata dal Papa mi riporta alla vecchia fotografia. Sembrano immagini così lontane, e non solo nel tempo: una foto sbiadita e Piazza San Pietro gremita di una folla colorata proveniente da ogni parte del mondo, esse però sono le icone di ciò che la Grazia di Dio riesce ad operare.
I nuovi corsi, secondo gli schemi proposti da Eduardo, incominciarono a tenersi, con cadenza circa annuale tra lo scetticismo generale: dal 1944 al 1948 se ne tennero cinque di cui quattro guidati da Eduardo e l'altro dall'architetto Jose Ferragut.
I nuovi corsi, sempre rivolti ai soli uomini, non vennero numerati progressivamente, ma ad essi si fece riferimento con la sola indicazione dell'anno. Alla cerimonia di chiusura di quello del 1946 partecipò per la prima volta il Delegato diocesano, don Josè Dameto; questa presenza è indicativa del peso crescente che i nuovi Cursillos stavano assumendo.
Per inquadrare bene questa fase storica dello sviluppo del Movimento dei Cursillos di Cristianità è importante precisare che nel frattempo continuavano a tenersi i "Cursillos de Jefes de Peregrinos" e che, sia pur con scarso entusiasmo, il gruppo dei fondatori operava ancora all'interno dell'Azione Cattolica. A Maiorca pertanto vi erano giovani che avevano fatto l'esperienza dei Cursillos di formazione per le guide del pellegrinaggio a Santiago de Compostela ed altri che avevano partecipato ai nuovi Cursillos impostati secondo le idee di Eduardo ed i suoi amici.
In questa fase si aggregò al gruppo fondazionale dei nascenti Cursillos l'avvocato Andres Rullan, uomo di grande capacità organizzativa, che avrebbe contribuito a dare un diverso e più forte dinamismo al Movimento dal 1949 in poi. Questo gruppo di giovani, inoltre, incominciò a destare l'interesse di alcuni brillanti sacerdoti, fra questi padre Gabriel Seguì che tenne loro un corso sullo studio e meditazione dei Vangeli. Lentamente si delineava la struttura di una Scuola Responsabili cui diede un valido contributo un altro sacerdote, don Sebastian Gayà, nominato nel 1947 responsabile diocesano del gruppo giovanile; era una figura carismatica ed un leader prestigioso.
Successivamente questa "Scuola" fu tenuta in alta considerazione dal Vescovo di Palma di Maiorca, che riceveva settimanalmente i suoi componenti nel palazzo episcopale. Si profilava pertanto in questa fase il riconoscimento da parte ecclesiale dell'operato del gruppo giovanile che sperimentava la nuova tipologia di Cursillos, cosa di per sé estremamente positiva, ma che apriva la strada ad una crescente influenza della gerarchia nel processo fondazionale del Movimento.

Don Sebastian Gayà, nella fase preparatoria al grande pellegrinaggio verso Santiago de Compostela, diede un efficace contributo, introducendo l'Ora Apostolica, alla redazione di un piccolo libretto tascabile contenente preghiere e meditazioni che avrebbero contribuito alla spiritualità dei giovani lungo il cammino; questo libretto venne chiamato "Guida del Pellegrino".
Ma, come sempre accade, il diavolo non stava a guardare con le mani in mano…
Si capisce facilmente che lo spirito innovativo degli iniziatori ed i nuovi corsi (così diversi!) abbiano fin dal primo momento innescato controversie e tensioni, specialmente con gli adulti di Azione Cattolica. Le prime controversie riguardarono l'eterogeneità dei partecipanti che Eduardo aveva voluto ad ogni costo e che non era ben accetta in ambienti abituati ad utilizzare un linguaggio specifico del livello sociale, culturale e spirituale della platea.
Inoltre l'entusiasmo contagioso dei partecipanti ai Cursillos, il loro modo diverso di pregare, così vigoroso, la loro ironia verso coloro che definivano "i beati", incominciò a dare fastidio agli ambienti cattolici tradizionali… insomma si ripeteva l'atteggiamento del fratello maggiore nella parabola del figlio prodigo…

Un uomo chiamato Giovanni…

In quegli anni si verificò un evento che avrebbe avuto conseguenze straordinarie per lo sviluppo del Movimento. Mons Juan Hervàs, della diocesi di Valencia, fu nominato vescovo della diocesi di Mallorca; era un uomo di grande intelligenza e di carattere autoritario, radicale nel rispetto dell'ortodossia e molto giovane, aveva infatti 42 anni.
Correva l'anno 1946 ed Eduardo per la terza volta aveva guidato come rettore un nuovo Cursillo.
Il Vescovo designato, per preparare in suo arrivo nell'isola, inviò un suo delegato per prendere contatto con la realtà che lo aspettava. In questa fase Bonnin si preoccupò subito di mettere al corrente il rappresentante del nuovo Vescovo delle attività dei giovani di Azione Cattolica e, soprattutto, della nuova iniziativa apostolica che stava mettendo a punto. Egli temeva che le polemiche interne ed una cattiva informazione potessero mettere in cattiva luce i nascenti nuovi Cursillos agli occhi del pastore.
Quando mons Hervas arrivò, il 1° Marzo del 1947, a Mallorca trovò ad accoglierlo una moltitudine festante di persone tre le quali tantissimi giovani che avevano vissuto l'esperienza dei nuovi Cursillos.
Il 28 agosto del 1948, finalmente, ebbe luogo il pellegrinaggio a Santiago… 70.000 giovani provenienti da ogni parte di Europa e perfino dall'America Latina si radunarono intorno alla tomba dell'Apostolo Giacomo. Il Papa Pio XII rivolse a loro un discorso radiofonico prima della S. Messa, celebrata a mezzanotte all'aperto; tutte le chiese rimasero aperte durante la notte per accogliere i giovani in preghiera.
I giovani partecipanti della diocesi di Mallorca furono oltre 600 tra i quali il gruppo che aveva pensato, pregato e realizzato i Cursillos che oggi chiamiamo di Cristianità; tutti portavano con sé un libretto chiamato "Guida del pellegrino", redatto in modo radicalmente diverso rispetto ai libretti di preghiera dell'epoca.
Al loro rientro ad accoglierli nel porto vi era una folla di circa 50mila persone. Don Sebastian Gayà, in qualità di responsabile diocesano dei giovani, rivolgendosi da un balcone alla folla pronunciò una frase che avrebbe dato nuovo impulso apostolico a tutti i partecipanti: "Siamo andati a Santiago per santificarci… Adesso che faremo?".




Il primo Cursillo

CAMMINO DI SANTIAGO


Quattro erano le strade principali per Santiago e partivano da Parigi, Vézelay, Le Puy e Arles. Su ciascuna di queste strade si ergeva una chiesa che superava tutte le altre in dimensioni e splendore. Anche se diverse tra loro, queste "chiese dei pellegrini" erano tutte strutturate in modo simile alla cattedrale di Santiago, grandi e spaziose, per ospitare le folle di pellegrini.
Il Codex Calixtinus attribuito a Papa Callisti II del secolo XII è una straordinaria sintesi medievale di questo complesso insieme tematico che oggi conosciamo e ammiriamo e in cui riflessione e ricerca avanzano, attraverso la varietà e ricchezza dei suoi contenuti e dimensioni. Infatti il Cammino di Santiago è una rete di itinerari con una dimensione storica e geografica reali, conosciute, studiate e ancora oggetto di ricerca.

"Cori di pellegrini, raggruppati secondo il Paese di provenienza, intonano cantici acconmapagnati da cetre, timpani, viole, arpe e clarinetti.
Alcuni piangonoi propri peccati, altri leggono salmi, altri ancora distribuiscono elemosine agli infermi.
Nella basilica non si sa cosa sia la notte e le sue porte sono sempre aperte.
Vi passano i peveri e i felici, cavalieri e viandanti, ciechi e stropi, nobili e magnati, prelati e abati.
C'è chi va scalzo, chi si è caricato di ferro e piombo necessari alla costruzione della basilica, chi con una croca in mano o distribuendo i propri averi ai poveri, e c'è anche chi porta i ceppi e le catene da cui fu liberato per l'intercessione dell'Apostolo.
Tutti portano in seno la fiamma della fede e una fervente preghiera sulle labbra"

(dal Codex Calixtinus, attribuito a papa Callisto II)

Oggi il cammino è meta di pellegrini da tutto il mondo ed il percorso ha avuto un grande impulso dal 2000, anno del giubileo cristiano


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