Capitolo 11 - Movimento dei Cursillos di Cristianità in Italia

Cursillos di cristianità in Italia
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Capitolo 11

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La Virgen del detalle, Madonna della Premura, particolarmente venerata dai corsisti di Mallorca

I Cursillos revisionati

La lettera pastorale di monsignor Jesús Enciso, vescovo di Mallorca, del 15 agosto 1956, aveva bloccato, come abbiamo precedentemente detto, ogni attività ufficiale dei Cursillos nella sua diocesi, decretando perfino la chiusura della rivista Proa, che era stata l'organo ufficiale del Movimento.
La rapida espansione e l'evidente successo dei Cursillos in Spagna ed in tante altre parti del mondo indusse l'alto prelato a voler ridare vita, dopo oltre un anno, ai corsi. Ma a modo suo.

Nominò delegato per i Cursillos don Miguel Amer, un anziano sacerdote, già rettore del seminario, di chiaro stampo tradizionalista; era evidente che il suo primo obiettivo era quello di ripulirli di tutti quegli aspetti che tanto fastidio avevano dato ai benpensanti che da sempre frequentavano le sale parrocchiali.
Don Miguel tentò di avviare contatti con alcuni laici che per vari motivi, pur essendo stati protagonisti del Movimento, si erano distaccati dalle posizioni di Eduardo Bonnin, come Andres Rullan e Guillermo Estarellas.
I suoi tentativi, nonostante la buona volontà, non diedero alcun frutto quindi, dopo 18 mesi, diede le dimissioni dall'incarico. Incarico che poi, nel 1957, fu affidato ad un giovane e dinamico imprenditore, Josè Estelrich, con scarsi risultati.


La vera svolta si ebbe con la nomina, nel 1960, di don Guillermo Payeras, un sacerdote di gran dolcezza ed ingegno. Egli ebbe la sensibilità di chiedere a Bonnin, allora considerato il pericolo pubblico numero uno, un parere sulla possibilità di riavviare i corsi nell'isola.
Nel frattempo, a Roma, il 9 ottobre del 1958, muore Pio XII e Giovanni XXIII sale sulla cattedra di Pietro. Sempre nello stesso anno, a Tarragona, si tiene il Primo Cursillo per donne in Spagna.
Ovviamente i nuovi Cursillos di Mallorca sarebbero stati modellati secondo la visione di monsignor Enciso, mentre Eduardo Bonnin e gli altri laici, che fino a quel momento erano stati l'anima del Movimento, dovevano entrare definitivamente nell'ombra, non potevano parlare in pubblico né partecipare alle Ultreyas.
Eduardo, inoltre, se invitato fuori della diocesi ad un evento ufficiale, avrebbe dovuto richiedere l'autorizzazione ecclesiastica per parteciparvi ed eventualmente essere accompagnato da un sacerdote indicato dal vescovo stesso.


Da quel momento e per anni i Cursillos a Mallorca assunsero caratteristiche che nulla avevano a che fare con quelli precedenti.
Ad esempio i candidati si ricercavano nelle parrocchie e non più tra i lontani dalla Chiesa; l'eterogeneità socioculturale dei primi corsi fu sostituita da una piatta élite di personaggi prescelti per il loro prestigio sociale o perché destinati ad incarichi importanti; nei corsi il linguaggio incominciò a diventare sempre più forbito, la gioia più contenuta e si ricominciò a dare del "Lei" al Signore, dopo che per anni gli si aveva dato del "Tu".
I Cursillos si tenevano non per annunciare il Vangelo ai lontani per renderli apostoli degli ambienti con il sostegno del Gruppo e dell'Ultreya, ma per creare "buoni cristiani" da inserire in parrocchia o nei ranghi dell'Azione Cattolica; le Ultreyas divennero parrocchiali e si abolirono le riunioni di gruppo.
Per toccare con mano la diversità tra questa visione e quella di Eduardo Bonnin riporto uno stralcio di un suo scritto: "Non dobbiamo dimenticare che il Movimento dei Cursillos non furono pensati per comodità di coloro che consideriamo 'buoni', e forse non lo sono, ma per ottenere che a quelli che consideriamo 'cattivi', e che quasi mai lo sono tanto quanto la gente crede, possa arrivare in maniera semplice, concreta ed affascinante la grande notizia, che Dio in Cristo li ama".

Il vescovo Enciso era molto soddisfatto e nel 1960, durante il rientro del duecentesimo Cursillo, davanti a duemila persone, pronunciò queste parole: "Fino a quattro anni fa i Cursillos di Cristianità erano presenti in tutta la diocesi e da ogni parte si sollevavano voci a favore e altre contro, manifestazioni di passione e di disagio… Oggi vanno avanti con rapidità, decisione e in pace.
Dove sono le discussioni accese di una volta? Dove sono le divisioni? Oggi tutti debbono riconoscere che i Cursillos stanno lavorando bene nella nostra diocesi; che differenza rispetto a qualche anno fa!
Quando penso all'andamento che sta avendo nella nostra diocesi non smetto di rendere grazie a Dio. Aggiungo, se andassi in Palestina, bacerei con reverenza i sentieri percorsi da Gesù per la nostra salvezza; allo stesso modo bacio con reverenza questo Cursillo che è stato il sentiero attraverso il quale Gesù ha raggiunto tanti uomini".

In quello stesso anno si tiene il Primo Cursillo in Africa, nell'isola di Fernando Po. L'anno seguente, Giovanni XXIII convoca il Concilio Vaticano II le cui sessioni inizieranno nell'ottobre del 1962.
Egli non vedrà la sua conclusione perché muore il 3 giugno 1963; gli succede Paolo VI che, il 14 dicembre dello stesso anno, dichiara S. Paolo Apostolo patrono dei Cursillos di Cristianità. Intanto, nel mese di ottobre, il Movimento approda in Australia.
Anche a Mallorca seguirono avvenimenti importanti per lo sviluppo del Movimento nell'isola. Infatti, il 21 settembre del 1964, muore monsignor Enciso che sarà sostituito da monsignor Rafael Álvarez Lara.
Nel suo testamento spirituale, monsignor Enciso aveva scritto, fra l'altro, queste parole: "I miei corsisti mettano in campo la forza della preghiera per il loro vescovo che quando ha scritto sui Cursillos lo ha fatto per spirito di verità, e, facendolo, ha portato loro molti benefici".
Anche lui, a modo suo, aveva subito il fascino ed aveva amato i Cursillos… Li aveva modellati secondo la sua visione della Chiesa, snaturandone l'essenza, ma sempre, e questo resta fuori discussione, in assoluta buona fede, nella convinzione di operare le scelte giuste.

Le parole di monsignor Enciso mi hanno portato a riflettere; rifacendo un'ideale panoramica della nostra storia, su quanti, con le migliori intenzioni, abbiano voluto modificare l'essenza dei Cursillos, lavorandovi con impegno, passione, amore… a volte rischiando di stringerli in un abbraccio mortale.
Eppure le dispute, le incomprensioni, perfino tra gli iniziatori, non hanno impedito il dilagare del Movimento nei cinque continenti, come uno tsunami di vita sulle ali dello Spirito.
Eduardo Bonnin, Juan Moncada, Cristobal Almendro ed altri protagonisti di rilievo avevano accettato di mettersi da parte per consentire la ripresa dei corsi, avevano accettato di sospendere le Ultreyas estemporanee nella Plaza Mayor di Mallorca, ma, come abbiamo già detto, i nuovi Cursillos ed i nuovi criteri di base erano ben differenti rispetto a quelli degli inizi.

Per avere un idea del clima che si respirava in quegli anni vi riporto un episodio emblematico.
All'Ultreya Nazionale spagnola, tenutasi a Tarragona nel 1963 e presieduta dal cardinale Arriba y Castro, è presente anche Eduardo Bonnin che viene invitato a prendere la parola. Egli precisa garbatamente che non può farlo, gli è stato proibito di parlare in pubblico. Il cardinale perentoriamente esclama: "Qui comando io e ti invito ad intervenire!".

Monsignor Lara, nuovo vescovo di Mallorca dal 30 marzo 1965, fu un autentico uomo di Dio, di grande acume e diplomazia; conosceva da qualche tempo il Movimento e ne apprezzava le qualità.
Intavolò subito con Eduardo un rapporto franco, cordiale e soprattutto, estremamente pragmatico.
Entrambi concordarono sul fatto che non sarebbe stato un bene per la Chiesa un altro improvviso capovolgimento sul fronte dei Cursillos, ma che un ritorno alle origini doveva essere frutto di una lenta evoluzione.
Il vescovo sollevò il divieto per Eduardo ed i suoi amici alla partecipazione all'Ultreya, ma, nel contempo, chiese di focalizzare il loro impegno sulla proiezione internazionale del Movimento. Molto lentamente, a Mallorca, la situazione stava normalizzandosi.

Nel frattempo, il 28 maggio 1966, si tiene a Roma la Prima Ultreya Mondiale con l'intervento di Paolo VI. È presente anche monsignor Juan Hervás, vescovo di Ciudad Real, che diede il primo riconoscimento ufficiale dei Cursillos quando guidò la diocesi di Mallorca dal 1946 al 1955.
Il processo di normalizzazione a Mallorca fu lungo e non facile e si può ritenere completato soltanto negli anni ottanta con il successore di monsignor Lara, il vescovo Teodoro Ubeda, che ha guidato la diocesi dal 1973 al 2003.
Appare quindi chiaro quanto fosse lontana la vicenda storica dei Cursillos nell'isola (che li aveva visti nascere) rispetto alla dimensione planetaria cui lo Spirito li aveva portati nel mondo.
"Il vento soffia e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito".




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